GRAFOLOGIA E PSICOLOGIA: UN CONNUBBIO INDISSOLUBILE

31.05.2013 09:38
Penso che la grafologia sia una scienza a tutti gli effetti. Mi è molto utile per capire i miei pazienti o anche sconosciuti che si sottopongono all’analisi della loro calligrafia.
 
E’ indubbio il connubio tra psicologia e grafologia.
 
Lo dice il Girolamo Moretti, il fondatore della scuola grafologica italiana(di cui parlo più avanti), Ania Teillard Mendelssohn e molti altri ancora.
 
Nella presentazione dell’edizione italiana dell’Anima e La scrittura, Franca Mühlmann, descrive così l’approccio della Teillard: “Psicologia del profondo e grafologia sono infatti per la Teillard territori che si compenetrano, e la scrittura è l’illustrazione di un paesaggio interiore dove i simboli sono i mezzi attraverso cui l’inconscio entra nella sfera della coscienza” – si trova scritto sul sito https://www.scrittura-grafologia.info a proposito di Ania Teillard Mendelssohn (1889-1978), psicoterapeuta e grafologa tedesca.
 
“La scrittura registra il fondo e le disposizioni di un carattere, ma non è sempre in grado di dire se queste disposizioni si manifestino nel presente o se esistono solo allo stato latente”.Ania Teillard (L’anima e la scrittura, p. 163)
 
C’è anche una spiegazione neurofisiologica. Sempre sul https://www.scrittura-grafologia.info.si trova questo passaggio: "Qui si inserisce il presente lavoro che per la prima volta considera la grafia come opera del cervello, seguendo la forma del movimento del paleoencefalo e del neoencefalo fin dentro il gesto grafico… si enunciano qui connessioni di effetti della motricità grafica centrale, sulla base della dei tre centri motori principali del cervello, per determinare una grafia pallidaria, striata o corticale a seconda che la scrittura riceva la sua impronta caratteristico-individuale, la sua dal predominio costituzionale della motricità pallidaria, striata o corticale.” Rudolf Phophal (Scrittura e cervello, p. 17)
 
Ci sono due scuole di pensiero. ovvero quella francese e quella italiana. Su wikipedia si trova scritto che “differiscono profondamente, soprattutto perché la scuola italiana ha come caposaldo l'univocità della corrispondenza segno-carattere, mentre nell'ambito della scuola francese si ha un approccio prettamente gestaltista (il segno non ha motivo d'essere in quanto unico, ma si rifà al tutto (teoria del campo)”
 
Il mio metodo è un po’ eclettico nel senso che mi rendo conto della persona guardando inizialmente l’effetto della grafia sul foglio (grande – piccola, verso destra – sinistra, pressione, velocità dello scrivente) e mi faccio una prima idea dello scrivente che poi approfondisco passando in rassegna i segni e interprentandoli minuziosamente associando, come nella scuola italiana, carattere – segno.
 
Questa disciplina mi ha sempre affascinato. Leggo su wikipedia che “ pur vantando una storia ormai bicentenaria, la grafologia si è di fatto sviluppata in modo parallelo e spesso antitetico rispetto alle discipline psicologiche, per cui eccettuati alcuni tentativi non si è instaurato il meccanismo di controllo e di validazione che caratterizza le discipline scientifiche…
 
"…Pur esistendo moltissime scuole grafologiche, di fatto oggi i vari approcci confluiscono in tre principali indirizzi: l'indirizzo francese, di Jules Crépieux-Jamin, il cui metodo fu successivamente sviluppato da Jean-Charles Gille-Maisani; l'indirizzo italiano, di Girolamo Moretti e di Marco Marchesan; l'indirizzo tedesco di Ludwig Klages, attualmente integrato con le intuizioni di W.H. Muller e A. Enskat. In questi tre indirizzi confluiscono le teorie e le ricerche di alcuni tra i maggiori protagonisti della disciplina grafologica: va ricordato innanzitutto lo svizzero Max Pulver che ha introdotto l'interpretazione simbolica vettoriale della scrittura; poi la psicologa Ania Teillard, allieva di Jung, che ha introdotto l'interpretazione analitica in grafologia; i neuroscienziati tedeschi Rudolf Pophal, William Thierry Preyer e i russi Aleksandr Romanovič Lurija e Nikolai Alexandrovic Bernestein i cui studi sul movimento e sulla neurofisiologia della motricità grafica hanno gettato le basi per una maggiore comprensione della comportamento grafico; lo scienziato Robert Saudek che ha approfondito sperimentalmente la categoria della velocità e dell'accuratezza.
 
Girolamo Moretti, il fondatore della scuola grafologica italiana, la definiva scienza sperimentale, perché ne fissò principi e regole attraverso esperimenti e pratica clinica”
 
Ho appreso molte nozioni da Girolamo Moretti. Sul sito a lui dedicato https://www.grafologiamorettiana.it/ si trovano delle notizie di lui molto interessanti
 
“Avventurarsi in campo grafologico senza un retroterra psicologico, o pensare di accostarsi alla grafologia come ad una tecnica di lettura dei segni grafici e di montaggio in una specie di gioco ad incastro per risalire all’individuo colto nella sua complessità e unicità, è semplicemente un’impresa impossibile.
 
Moretti nelle sue opere racconta innanzitutto la sua profonda conoscenza dell’uomo nelle sue componenti di intelligenza, sentimento e morale; comprende che per ogni aspetto vissuto ce ne sono altri rimasti in ombra che presenteranno il loro conto; lavora all’interno di un’ampia visione di che cos’è l’essere umano, quali sfide affronta con la sua modesta eppure basilare struttura di fondo definita personalità, in un gioco tanto complesso e nello stesso tempo rispettoso della fatica del divenire di ognuno. Chi entra nella sua grafologia lo deve fare con la stessa ricchezza interpretativa, la stessa visione articolata dell’essere umano”
 
Grafologia e psicologia sono unite profondamente.
 
Faccio un esempio pratico di come una persona che ho frequentato fosse riconoscibile a livello di carattere dalla sua grafia
 
Anna viveva nel passato. Era inoltre piena di sé ma questo suo essere nascondeva dei profondi sensi di inferiorità. I suoi racconti riguardavano tutti la sua vita negli anni passati, nella sua giovinezza, i suoi discorsi erano un susseguirsi di ricordi. Questo la grafia lo identificava essendo completamente attaccata al margine sinistro indice di un forte attaccamento passato della scrivente. La sua firma inoltre presentava una lettera iniziale maiuscola molto ma molto grande indice di una sovra compensazione delle istanze dell’IO che reagiscono ad un complesso di inferiorità e dei conflitti interiori. Questa persona infatti era così. Inoltre sottolineava in maniera marcata la sua firma indice del suo desiderio di mettersi su un piedistallo.