FEMMINISMO E PENSIERO SISTEMICO: IMPREVISTE “CONNESSIONI”

 
Femminismo e pensiero sistemico: impreviste “connessioni”
A volte ci si imbatte in connessioni inaspettate, collegamenti tra ambiti in apparenza molto lontani, che mai si sarebbe detto di primo acchito possano avere delle comunanze, ma che invece si sono sviluppati negli anni con interscambi che possiamo definire quasi segreti come i fili che compongono i tappeti orientali di cui parla la filosofa Cristina Campo ne Gli imperdonabili
 
“vi sono annodati insieme altrettanto strettamente quanto come nelle storie di quell’antico maestro, delle quali ciascun uditore non udiva che una sola parte, ma completa e perfetta- leggerà il messaggio destinato a lui e a nessun altro” . ..: “il tappeto vola”, ....“perché è terra spirituale, i disegni del tappeto annunciano quella terra, ritrovata nel volo spirituale” .
 
 
Irriverenza, ironia, sottrazione rispetto una visione unitaria delle cose, il partire da sé e dalle relazioni per modificare se stessi e il sistema. E ancora la ricerca di nuovi modi di essere e di vedere le cose, spostamenti di pensiero e di visione alla ricerca della libertà. Sono alcuni dei punti che accomunano le due culture che ho imparato a conoscere, che sono parte l’una dell’altra reciprocamente: sto parlando della teoria sistemica e la politica del femminismo radicale.
 
Come la teoria sistemica mette in discussione una visione lineare e unica del cliente o di una famiglia, anche il femminismo radicale ha minato la forma di pensiero che ci veniva fatta passare come quella giusta, normale ed esclusiva ovvero la cultura patriarcale. Nel testo irriverente, se così si può chiamare, SCUM-MANIFESTO PER L’ELIMINAZIONEDEL MASCHIO (il titolo non tragga in inganno, non si parlava di uccidere i maschi ma di decostruzione culturale) di VALERIE SOLANAS, si minavano le fondamenta culturali di una visione della vita che ci veniva fatta passare per unica e giusta creata dai maschi in favore dei maschi. Le donne hanno riflettuto e pensato a partire da loro, dalla materialità della loro vita e del loro corpo, senza astrazioni, in relazione privilegiata con un’altra donna o con più donne a cui veniva riconosciuta autorità (dove per autorità non si intende potere ma valore simbolico) e si sono collocate in un altrove altrimenti rispetto la cultura patriarcale, critiche verso quelle regole e creatrici di un altro sentire e un’altra verità. E lo spostarsi simbolicamente da una visione lineare a una complessa delle cose è parte fondamentale della terapia sistemica.
 
Se la cultura sistemica è irriverente verso le rigidità di un sistema come sono state irriverenti le femministe? Nel 1966 un gruppo di ragazze all’interno di uno dei tanti collettivi dell’illuminata sinistra, stufe di sentire parlare solo i maschi, che parlavano di loro e nome loro, hanno agito in modo imprevisto riunendosi separatamente e riscoprendo così il piacere di dirsi con le parole non più dette da altri, a partire da quello che erano e sentivano e, in relazioni con altre, hanno imparato a legittimarsi i propri desideri. Sono passate dall’essere pensate ad essere pensanti come ha detto la filosofa e femminista Luisa Muraro in un incontro alla Libreria delle donne il 31 gennaio 2015 (Femminismo tremendamente vivo). Un gesto irriverente e senza possibilità di ritornare indietro.
 
Nel 1966 esce anche la rivista del gruppo DEMAU (Demistificazione Autoritarismo), gruppo che ha sempre agito al di fuori di qualsiasi tendenza politica e religiosa. Il testo è una critica al sistema costruito da uomini per gli uomini, sistema che mettono fortemente in discussione e invitano le donne a non integrarsi, non cercare di entrarci, ma di criticarlo meglio di decostruirlo. Il femminismo radicale è una mossa di sottrazione dal già dato, già detto e pensato e si sposta verso un altrove altrimenti. María Zambrano, un tempo, come lei stessa ha raccontato, mentre a una lezione di filosofia meditava di abbandonare lo studio della materia, vede entrare un raggio di luce e comprende che la filosofia è invece la sua strada. Cosa è successo? Ha visto la luce dall’ombra, ovvero da un’altra prospettiva, da uno sguardo che non era più dentro al pensiero unico ma fuori. Uno sguardo da un altrove che le permetteva di vedere e capire tante cose in più e fare uno spostamento.
 
Luisa Muraro, fa spesso riferimento alla mistica femminile per spiegare la politica delle donne, il disfare delle religiose di regole e dettami, rituali maschili, per fare spazio e accogliere l’Altro da Sé, ovvero Dio che capita nel vuoto di certezze e di virtù, nell’assenza. Così anche la politica del femminismo radicale ha decostruito tutte le certezze e fortezze del patriarcato e sta facendo capitare altro. Nel metodo sistemico si assiste a un movimento simile di decostruzione e messa in discussione delle dinamiche familiari invischiate, delle regole che portano poi a designare un paziente per mantenere lo status quo. Una decostruzione che crea il vuoto dove la famiglia può far capitare Altro. E che dire dell’ironia usata con successo da Gianfranco Cecchin per minare credenze incrostate…l’ ironia è spesso un’arma tagliente di tante donne per decostruire tanti pregiudizi sessisti…
 
Se l’autocoscienza fosse sistemica?
 
L’autocoscienza è stata giudicata la pratica politica per eccellenza del femminismo dei primi anni del 1970, il fulcro della rivoluzione femminista (Luisa Muraro) La sua importanza risiede nel fatto che l’esperienza soggettiva di ogni partecipante trascende la tradizionale dimensione della confidenza tra amiche per trasformarsi in cosciente atto politico in solco che separa l’identità maschile da quella femminile, in principio di realtà e in una modalità di pensare e pensarsi (Aida Ribero) Fulcro del femminismo è stata l’autocoscienza, pratica con cui le donne si sono liberate dalla cultura patriarcale che le voleva raccontare. Elementi fondamentali dell’autocoscienza erano: il partire da sé e la relazione. Non si parla per astrazione, in generale, ma a partire dall’esperienza incarnata. E tutto avviene dentro le relazioni arricchenti e trasformative tra due donne o tra più donne. L’autocoscienza ha permesso la presa di coscienza Anche nella cultura sistemica le trasformazioni avvengono in relazione.
 
STORIA VIVENTE E CIBERNETICA DI SECONDO ORDINE
 
E nella pratica della storia vivente ho trovato il punto cardine della cibernetica di secondo ordine che riconosce il ruolo del soggetto in un sistema. Cos’è la storia vivente? “Lo scopo della nostra pratica- scrivono le donne della comunità - come sottolineeremo ancora, è quello di portare in superficie il sommerso, convinte che questa operazione muta chi scrive storia e consente a lei o a lui di vederne aspetti nascosti. Offrire nuove chiavi di lettura per l’esperienza umana femminile, per le relazioni tra e dei sessi, è un allargamento di orizzonte per tutta la storia; orienta anche nell’insegnamento perché, nelle scelte degli argomenti, nella loro impostazione e nell’interpretazione, setacciamo a partire dalle nostre esperienze, da quello che abbiamo scoperto con la pratica della storia vivente. Noi tentiamo di tenere insieme: la storica/lo storico non è più il soggetto che indaga un oggetto, è corpo pensante ma non silente, è corpo sentente. Perché, come dice Zambrano «il sentire ci costituisce più di ogni altra facoltà psichica […] le altre le possediamo, mentre il sentire lo siamo». Il sentire è «la fonte ultima di legittimità di quanto l’uomo dice, fa, pensa». E «la sua storia (del sentimento) sarà la storia più veritiera». Il nostro porci in ascolto del sentire, quindi, ci radica nella “verità viva”. (María Zambrano, «Per una storia della pietà», Aut-Aut, n. 279/1997, pp.64-65) – Marirì Martinengo, Laura Minguzzi, Luciana Tavernini, Marina Santini, Laura Modini, Giovanna Palmeto https://www.libreriadelledonne.it/la-pratica-della-storia-vivente-obiezioni-e-risposte/ Il soggetto è dentro il sistema che modifica e viene da lui modificato. Come la storica dentro a un insieme di date e di avvenimenti non può essere indifferente al sistema e lo modifica con il suo vissuto che racconta come lei trova in quello che accade nel mondo un senso al suo sentire ai suoi nodi. Il soggetto della storia è dentro la storia e storia e soggetti si modificano reciprocamente E non si chiude il cerchio ma si lasciano aperte le questioni…
 
E’ il femminismo che ha preso dalla cultura sistemica o viceversa? O entrambi i filoni di pensiero hanno preso da entrambi in forma circolare intersecandosi come i fili che compongono il tappeto orientale di Cristina Campo?
 
Il mio desiderio è vederle nutrirsi reciprocamente.
 
Cosa sarebbe la vita senza grandi desideri? Desiderare l’impossibile non è senza effetti, al contrario. Coloro che abitano il mondo con aspettative incommensurabile ai propri mezzi e non perdono né la pazienza né la fiducia (e sono più donne che uomini) risvegliano nel cuore del reale quel di più di essere di cui i viventi sentono la mancanza e che, per ciò li tiene in vita (Luisa Muraro)

 

LEGGE DELL’ATTRAZIONE TRA FILOSOFIA, PSICOLOGIA E FISICA QUANTISTICA.

 
 Di SERENA FUART
 
Il simile attrae simile. Pensiamo positivo e attireremo eventi positivi. Concentriamoci sui nostri desideri come già fossero realtà e piano piano si concretizzeranno. Amiamo incondizionatamente le persone, le cose, le situazioni e la forza dell’amore porterà esperienze belle e significative nella nostra vita. Non stanchiamoci mai di ringraziare per ogni cosa, anche se piccola, che la vita ci ha dato e altrettante cose belle arriveranno nei nostri giorni. Gioiamo di tutte le cose che già abbiamo e ne attireremo altre ancora più belle. Sono questi, detti piuttosto in sintesi, i principi della Legge dell’Attrazione, filosofia di vita che, come quella del pensiero positivo di Louise Hay con cui condivide in pratica gli stessi principi, afferma che siamo autori del nostro destino, che, in pratica le esperienze belle o brutte che ci capitano le attiriamo noi con i nostri atteggiamenti e pensieri. Per la Legge dell’Attrazione come per il pensiero positivo siamo i fautori del nostro destino. Vero, falso? Personalmente aderisco a questi principi, ci credo anche dopo un’esperienza che ho avuto di una malattia grave, un linfoma che mi era sopraggiunta a 19 anni. Fintanto che ero ribelle e negativa verso la vita, la malattia prosperava e si rigenerava e dovevo sottopormi a cure pesanti e dolorose. Ad un certo punto ho deciso di cambiare atteggiamento: dovevo combattere la malattia, la vita era un dono, avevo tante cose belle da fare e da vivere. Il mio atteggiamento verso la vita è cambiato, è diventato positivo e amorevole verso tutto quello che di bello avevo e ho deciso di combattere. Ebbene sono guarita in modo quasi miracoloso: ho dovuto sospendere le cure per un problema polmonare con il programma di riprenderle dopo un certo periodo perché non ero guarita. Ma le cellule killer si sono arrestate e la malattia è andata in recessione e non ho più dovuto fare le cure. Sono guarita. Ma non solo la mia esperienza mi ha portato ad aderire a queste filosofia. Studi filosofici, psicologici e sulla fisica quantistica hanno contribuito a cambiare il mio modo di pensare non senza mantenere un atteggiamento a volte critico verso alcuni principi.
 
L’OSSERVATORE in passato era visto come neutrale rispetto a ciò che osservata. Studi della fisica quantistica, ma anche in ambito psicologico e filosofico, rivelano invece che l’osservatore influisce sull’oggetto osservato e da questo viene a sua volta influenzato creando un circolo. Non si può separare l’osservatore da quello che osserva. E da qui si intuisce l’influenza che l’essere umano ha sulle cose. Ma cosa dice la fisica quantistica? “Sia la luce che le particelle che costituiscono gli atomi e cioè gli elementi fondamentali che compongono la materia (quindi noi stessi e la realtà a noi manifesta) sono costituite da minuscoli concentrati di energia detti QUANTI, che hanno una duplice natura: ondulatoria e corpuscolare e come le particelle subatomiche che formano la materia, si manifestano soltanto all'atto dell'osservazione. Fino a quel momento, cioè fino a quando "qualcuno" non le osserva, esiste 'solo' il potenziale della particella sotto forma di un onda energetica, che contiene in se tutte le possibilità”. (https://www.quantistica.altervista.org/). E ancora .“All'atto dell'osservazione, una particella prende vita occupando una delle possibilità, solitamente quella che ci aspettiamo…All'atto dell'osservazione, una particella prende vita occupando una delle possibilità, solitamente quella che ci aspettiamo. L'aspetto sconvolgente ma anche illuminante di queste scoperte è che tutto l'universo e noi stessi siamo formati da particelle; le stesse particelle che esistono come materia quando le osserviamo ed esistono come onde di possibilità quando non le osserviamo”. Ma le scoperte innovative non finiscono qui. “Una lettura a trecentosessanta gradi della diseguaglianza di Bell (diseguaglianza che dimostra la possibilità di azioni a distanza) prova che l’universo non può più essere considerato una mera collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante, nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto ((https://www.quantistica.altervista.org/). E inoltre ciò che l'osservatore farà in futuro definisce ciò che accade nel passato? Secondo il fisico John Archibald Wheeler (premio Wolf per la Fisica nel 1997) la risposta è affermativa, in quanto attraverso dei particolari esperimenti si può dimostrare che "Strumenti di registrazione che operano qui ed ora hanno un ruolo innegabile nel generare ciò che è accaduto" . (https://mcz06.wordpress.com/2007/06/27/la-rivoluzione-nascosta/)
 
La fisica quantistica quindi con le sue scoperte mette in risalto quanto la realtà non è qualcosa di esterno a noi, qualcosa di neutrale rispetto a noi. E’ al contrario “creata da noi”.
 
Ma non solo la fisica quantistica sostiene questo. Heinz von Foerster, scienziato statunitense che ha combinato fisica e filosofia, ha sostenuto che l'osservatore è colui che ordina e organizza un mondo costruito dalla sua esperienza: egli è al tempo stesso il costruttore e l'ordinatore della realtà, colui che stabilisce un ordine tra i tanti possibili; non un ordine qualsiasi, bensì quello a lui più utile e funzionale alle proprie attività. Anche Gregory Bateson (Grantchester, 9 maggio 1904 – San Francisco, 4 luglio 1980, antropologo, sociologo e psicologo britannico,) è sulla stessa linea d’onda. In un passo del suo libro Verso un’ecologia della mente sostiene che «Nella storia naturale dell’essere umano, ontologia ed epistemologia non possono essere separate. Le sue convinzioni (di solito inconsce) sul mondo che lo circonda (cioè, le sue premesse ontologiche) determineranno il suo modo di vederlo (cioè, le sue premesse epistemologiche) e di agirvi, e questo suo modo di percepire e di agire (cioè le sue premesse epistemologiche) determinerà le sue convinzioni sulla natura del mondo (cioè, le sue premesse ontologiche). L’uomo vivente è quindi imprigionato in una trama di premesse epistemologiche e ontologiche”. Ma non basta. C’è chi sostiene che percepiamo con il nostro corpo. Maurice Merleau-Ponty, (docente universitario di filosofia-Rochefort-sur-Mer 1908 - Parigi 1961) è insieme a Sartre (da cui si distacca per divergenze politiche) il principale esponente dell'esistenzialismo francese. Sostiene che l’origine dell’oggetto è nel cuore stesso della nostra esperienza. In Fenomenologia della percezione scrive “Quando percepisco un oggetto, non potrei sapere che ciascuno dei suoi profili rappresenta l’oggetto visto da qui o da lì, se non avessi coscienza del mio corpo come sempre identico attraverso le fasi del mio movimento. La cosa e il mondo mi sono dati insieme alle parti del mio corpo, in virtù di una connessione vivente. Le qualità sensibili della cosa, come per esempio il colore, si offrono alla percezione con una fisionomia motoria, pertanto sono in un certo montaggio con il mio corpo, in virtù del quale io mi adatto al mondo. Come diceva Goethe nella sua teoria dei colori, il verde è un colore riposante, il blu sembra cedere al nostro sguardo, il rosso sprofonda nell’occhio; oppure il rosso lacera, il giallo è pungente, come afferma un malato. Il colore, prima di essere una qualità dell’oggetto, si annuncia all’esperienza come un certo atteggiamento del corpo che gli si confà e in virtù di cui esso si costituisce in quanto rosso, blu, verde…” E cosa pensa della realtà Karl Weick Edward (31 Ottobre 1936 , teorico organizzativo americano che è noto per introdurre i concetti di " loose coupling "," consapevolezza"e" creazione di senso "in studi organizzativi )? “La realtà non ha un senso in sé, ma ha sempre e soltanto il senso che le persone le attribuiscono e dunque oggetto di studio non possono che essere i processi cognitivi, le mappe causali, attraverso cui i soggetti conferiscono senso ai loro flussi di esperienza”. (https://sensemaking.wikispaces.com/sensemaking)
 
E se il mondo fosse un fatto di narrazione? Gianfranco Cecchin (Nogarole Vicentino, 22 agosto 1932 – presso Brescia, 2 febbraio 2004) che è stato uno psichiatra e psicoterapeuta italiano, fondatore insieme a Mara Selvini Palazzoli, Luigi Boscolo e Giuliana Prata - del movimento di terapia familiare sistemica oggi noto in gran parte del mondo come "Milan Approach" sostiene che “il mondo è come viene raccontato non più perché il racconto lo rappresenta in modo corretto ma perché la retorica del narrato lo costruisce continuamente e continuamente opera in connessione con altre narrative negoziando in permanenza l’emerger del reale.” (Idee perfette. Hybris delle prigioni della mente - Gianfranco Cecchin , Tiziano Apolloni) . Alla filosofia della Legge dell’Attrazione’è chi ci crede chi no. Delle cose però sono abbastanza intuitive. UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO PUO’ INFLUIRE IN MODO PIUTTOSTO DETERMINANTE SULLA NOSTRA VITA. Come sono diverse le vite di chi vede il bicchiere mezzo pieno e di chi lo vede mezzo vuoto. Ma come tutte le teorie ha dei punti critici. Sembra tutto sia possibile ma in realtà se è vero che possiamo ottenere le cose che desideriamo è anche vero che bisogna darsi molto da fare. Il pensiero positivo è la benzina ma ci vuole poi molta volontà e fatica. La teoria poi non prende molto in considerazione il fatto che siamo esseri complessi, compositi. Le parti di noi che ci compongono non sempre sono integrate anzi spesso sono in contrasto tra loro e stridono convivendo una accanto all’altra. E’ un mito da sfatare la personalità integrata, ovvero molte parti sono in armonia ma molte no. A volte vogliamo una cosa e il suo contrario allo stesso tempo, ad esempio succede spesso in amore: quando una persona non fa per noi spesso ne siamo comunque innamorati e siamo combattuti se lasciare perdere o no. Vogliamo lasciar perdere da un lato e continuare dall’altro. Vogliamo una cosa e il suo contrario quindi. Ma non basta. Viene detto di non pensare alle emozioni negative. E’ vero l’obiettivo è cercare d’essere positivi le emozioni negative non vanno rimosse ma elaborate. La rabbia, l’insoddisfazione il dolore fanno parte di noi. Sinceramente credo che la nostra vita sia un fatto di interpretazione e narrazione. Credo sia possibile per ciascuno di noi narrare la propria storia secondo quanto desidera e non esiste una giusta narrazione in assoluto esiste qualcosa di giusto per ognuno di noi. E’ possibile riscrivere la nostra storia. Il mio lavoro con i pazienti è cercare di capire i punti critici del loro dolore e del loro disorientamento e cercarli di vedere da altre angolature. Ci sono tante verità, tanti modi diversi di leggere una stessa realtà. E’possibile cambiare punto di vista e modo in cui si legge l’evento. E riscriverlo è possibile. Serena Fuart -
 
 
LEGGE DELL'ATTRAZIONE - riflessioni ulteriori
 
 
Il simile attrae simile. Un pensiero positivo attrae pensieri ed esperienze positive. Concentrarsi sui propri desideri come fossero già realizzati attira esperienze simili e la realizzazione dei desideri stessi. Se abbiamo un desiderio e non si avvera, secondo la Legge dell’Attrazione, è perché ci concentriamo sulla mancanza di che vivivamo e non sulla realizzazione del nostro sogni.
Essere positivi, amare la vita e le persone, sprigionare serenità. Ringraziare sempre di tutto, perché sono tante le cose che abbiamo e di cui dobbiamo dire grazie.
Riempirsi di pensieri positivi e attrarre quindi esperienze positive.
Ci credo e cerco di farlo comprendere attraverso esempi e scoperte anche scientifiche.
Ad esempio la psicologia della salute sostiene che un atteggiamento positivo per esempio è una carte da giocare in più per sconfiggere le malattie. Se non l’asso nella manica, come sostengono molte teorie del pensiero positivo.
Studi sui quanti in fisica quantistica che non analizzo in dettaglio concludono che la realtà è tale solo se è presente l’uomo con le sue "osservazioni" ; con i suoi esperimenti…”la Teoria Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena. Alcuni eminenti scienziati si sono spinti a ipotizzare che la Teoria dei Quanti abbia perfino risolto l’enigma del rapporto tra Mente e Materia, asserendo che l’introduzione nei processi di misura quantistica dell’osservazione umana è un passo fondamentale per il costruirsi della realtà”. (Tiziano Cantalupi, La teoria quantistica : una rivoluzione scientifica e filosofica passata sotto silenzio)
Quindi noi costruiamo la realtà? Sembra proprio di sì secondo la fisica quantistica. Ma sempre secondo queste teorie non determiniamo solo la nostra realtà ma anche i nostri ricordi:
“E’ sbagliato pensare al passato come già esistente in ogni dettaglio, Il passato è teoria. Il passato non ha esistenza tranne che per l’essere registrato nel presente [...] Ciò che abbiamo il diritto di dire circa lo spazio-tempo passato, e circa gli eventi passati, è deciso da scelte - di quali misure effettuare - compiute nel passato recente e nel presente (Tiziano Cantalupi, Esperimenti a scelta ritardata )
Quindi anche le nostre il passato è filtrato dall’esperienza presente.
Aderisco alle teorie sistemiche, amo molto Bateson e sono iscritta alla scuola di psicoterapia sistemico relazionale, credo che siamo immersi nel contesto e siamo tutti in relazione e quello che siamo dipende dalle nostre relazioni e dal contesto in cui siamo inseriti e una “lettura a trecentosessanta gradi della diseguaglianza di Bell (diseguaglianza che dimostra la possibilità di azioni a distanza) prova che l’universo non può più essere considerato una mera collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante, nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto”.
(Tiziano Cantalupi, La teoria quantistica : una rivoluzione scientifica e filosofica passata sotto silenzio)
Quindi determiniamo il nostro destino, creiamo il nostro passato e siamo in un contesto dove ogni persona è legata all’altra in un sistema?
E' un'ipotesi da considerare