IL SUCCESSO INCARNATO…SE STARE NELL’OMBRA E’ UN PRIVILEGIO

24.05.2016 22:12
Non sempre essere sotto i riflettori è la miglior cosa…stare nell’ombra, ovvero altrove rispetto a politiche di mercato spesso spietate, giochi di potere, rincorsa senza mezze misure alla carriera, è e può essere una dimensione positiva e bella…si può avere successo tra le persone che si amano,tra quelle che si frequentano e conoscono, sviluppando i propri talenti e le proprie passioni e offrendoli con amore e affetto senza pretendere di essere delle super star a caccia sfrenata di soldi e gloria…i giochi di potere come il denaro spesso sono chimere: sembra tutto bello ma quanto sangue dietro che non si vede. E non sempre nel successo propriamente detto (ovvero la celebrità in tv, radio, web, giornali ecc) è qualcosa di desiderabile: a parte la lotta SPIETATA alle ai rivali, ma anche una volta arrivate...la tua canzone, il tuo libro, il tuo quadro..è davvero solo tuo o è passato al setaccio del marketing? E di tuo c’è poco o comunque non sei tu?
Ambisco a un successo vero tra le persone che mi amano, in piccolo, in grande ma un successo dove ci sono io e le mie relazioni…e se serve quando serve stare nell’ombra…
Non sempre, dico. Almeno se si è fuori dai giochi di potere.
Il femminismo ci insegna a essere libere e protagoniste senza mirare al potere.
Da qui l’importanza di sganciarsi dalle situazioni dove la posta in gioco sono il successo secondo i canoni maschili.
Come diceva Maria Zambrano:
RIPORTO quanto scritto da lei in Verso un sapere dell’anima ripreso da Annarosa Buttarelli nel suo libro Una filosofa innamorata
“Non comunicai a nessuno la mia decisione di abbandonare lo studio della filosofia, finché un giorno indimenticabile, credo nel mese di maggio, entrò un raggio di luce attraverso una tendina nera che copriva una delle fessure dell’edificio di San Bernardo che davano su un patio. Il professor Zubiri stava spiegando niente di meno che le Categorie di Aristotele. In un attimo io mi ritrovai, non tanto presa da una rivelazione folgorante, quanto pervasa da qualcosa che si è sempre rivelato più adatto al mio pensiero: la penombra toccata di allegria. E allora, in silenzio – nella penombra, più che nella mente direi dell’animo, del cuore – si dischiuse a poco a poco, come un fiore, la netta sensazione che non avevo forse alcuno motivo per abbandonare la filosofia”
Filosofia sì ma fuori dagli schemi accademici.
Maria Zambrano è una delle mie luci guida
E come scrive il sito:
“La sua caratteristica più affascinante consiste in uno sforzo intellettuale e viscerale insieme di dar voce a ciò che resta silente, di celebrare l'oscurità, l'altro lato dell'esistenza, quello esiliato, muto, nascosto ma profondamente `sentito', che solo libera dalla tendenza assolutizzante ed impone l'umiltà, compagna necessaria di ogni cammino di conoscenza. La filosofia fu il suo prioritario impegno e la sua irrinunciabile passione: una sfida costante al pensiero oggettivante che tende a negare l'anima stessa da cui trae origine. Non amò quindi mai alcun `sistema filosofico', che vedeva come "castello di ragioni, muraglia chiusa del pensiero di fronte al vuoto". Aspirò sempre ad una verità al di fuori di criteri e stereotipi, fedele nell'intento di attuare una "filosofia vivente", disposta a confrontarsi con l'essere umano nella sua interezza, ad esplorare "il logos che scorre nelle viscere". "Il pensiero, a quanto sembra, tende a farsi sangue. Per questo pensare è cosa tanto grave. O forse è che il sangue deve rispondere al pensiero... come se l'atto più puro, libero, disinteressato compiuto dall'uomo dovesse essere pagato, o quanto meno legittimato, da quella `materia' preziosa tra tutte, essenza della vita, vita stessa che scorre nascosta".
Serena Fuart